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ABiCi per il Diritto alla Città

25 Settembre 2015

Iniziativa di domenica 27 settembre 2015 partenza ore 10:00 da ex Magazzini del Formaggio in via Gramsci 44, si concluderà in via Rosa Luxemburg.

Un’esplorazione in bici, perché solo muovendoci a piedi o in bicicletta si possono cogliere di un luogo aspetti non altrimenti percepibili. Partiamo dall’ABC per conoscere la città che abitiamo: analizzando i luoghi che frequentiamo e viviamo, la loro storia, il come e il perché della loro trasformazione, o peggio, del loro abbandono e conseguente degrado. Indagando quali ripercussioni queste trasformazioni hanno in termini di: mobilità (persone e merci), consumo di suolo (aree verdi e agricole), qualità dell’aria, visiva e di vita. Individuando le connessioni, le interdipendenze e le interrelazioni esistenti tra i diversi settori di un sistema urbano e territoriale dettato da precise scelte politiche-economiche (ad es. quali aree edificabili e non, quante strutture commerciali e dove, quante e quali strade). Veniamo da un ventennio devastante per la nostra città, frutto di innumerevoli scelte sbagliate ed occasioni perse: la svendita del Mercato Coperto a Coin e di Palazzo Busetti a H&M; lo sventramento delle Poste Centrali; il nuovo parcheggio di Piazza Vittoria e l’ampliamento di quello della Caserma Zucchi; gli alloggi nel cinema Boiardo; il regalo dell’area ex polveriera al Consorzio Romero; il fallimento del faraonico Parco Ottavi; l’interminabile cantiere di via Compagnoni; il proliferare di lottizzazioni sparse nelle frazioni.

Intendiamo riflettere sul significato e le conseguenze concrete di argomenti ricorrenti quali ad esempio sviluppo, riqualificazione e qualità urbana. Già dagli anni sessanta ci parlano di riqualificazione urbana: quando nell’area ex Montecatini si diede il via all’edificazione del nuovo centro direzionale di via Turri propagandato come nuovo cuore del business reggiano; poi le difficoltà economiche dell’investitore Degola&Ferretti e la costruzione negli anni ’80 della tangenziale con cavalcavia (via del Partigiano) ne fecero quel che è oggi. Si presentò come opportunità di riqualificazione dell’intero abitato di via Adua anche l’intervento residenziale e commerciale Le Vele; cosa stanno a dimostrare la chiusura di attività e negozi al dettaglio nell’area circostante?
Oggi si celebra la riqualificazione di Ospizio con la costruzione di un megastore alimentare e altre attività di terziario nell’area ex casa di riposo con relativa dotazione di parcheggi, acclamando lo stralcio di 9600 mq destinati a residenziale, che non si sa dove son finiti; mentre tutto tace sull’intervento in via Luxemburg dove ci chiediamo cosa riqualificheranno un centro commerciale, un parcheggio scambiatore, e file di case e casette in quello che adesso è un ampio spazio verde coltivato.
Per il Polo Scolastico Makallè, fruito ogni giorno da 4000 studenti ed oggetto anch’esso d’un intervento di riqualificazione definito dalla Provincia: “… a favorire la socialità, la sostenibilità e la sicurezza della zona […] e nuovi parcheggi per auto e motorini […] tale impegno proseguirà nei prossimi mesi, oltre che per la realizzazione del nuovo polo scolastico di via Fratelli Rosselli”. Cosa significano sostenibilità e sicurezza se ad ogni problema relativo alla mobilità si risponde realizzando parcheggi, incuranti che nell’area urbana circostante giornalmente flotte di auto, motorini e pedoni si contendono lo spazio stradale e nell’ore di punta si assista all’assalto di autobus stracolmi con fermate su cigli stradali? Ampliare un Polo Scolastico all’esterno della cintura urbana, dalla parte opposta di stazioni ferroviarie e autocorriere, come il realizzare parcheggi in centro storico, parcheggi scambiatori in area urbana (via Francia, via Luxemburg) non sono scelte coerenti con gli obiettivi di una mobilità sostenibile e tanto meno di una qualità urbana. .

Consapevoli che la città a cui siamo abituati non è l’unico modello possibile, vogliamo proporre una diversa visione, concezione della città e del suo sviluppo, una diversa concezione dell’ambiente: intervenendo solo sull’edilizia esistente, sullo spazio pubblico, sui vuoti, sul ripristino ecologico, con nuove attività che si insediano in edifici e capannoni abbandonati, case sfitte che riaprono i battenti, promozione di tecniche di auto-recupero e auto-costruzione. Questa è la città che vogliamo, per le persone e a misura delle parti più deboli della popolazione.

p. LABORATORIO NO EXPO per la città che vogliamo

R. Benevelli