Press "Enter" to skip to content

Edilizia sociale a Reggio Emilia

23 Maggio 2009

COMUNICATO STAMPA

Circola in città un volantino a firma del sindaco Del Rio che inneggia ai 2640 alloggi di edilizia pubblica di Reggio Emilia, come se Reggio fosse nel panorama nazionale un’isola felice. In realtà a Reggio, secondo uno studio fatto da Caire per conto del Comune, il patrimonio pubblico non arriva al 4%, con una media nazionale pari al 4,5%. Non è un dato di cui andare fieri. Nel frattempo per la gioia dei reggiani che abitavano al Compagnoni, il Comune reclamizza uno sgombero coatto, presentandolo come trasloco popolare. A dieci anni dall’inizio del progetto di riqualificazione urbana del Compagnoni, non si è ancora completato il primo stralcio dei sei previsti. Intanto nella vicina via Bergonzi, sul lato sud della strada, edifici di proprietà pubblica stanno subendo la stessa incuria che per un ventennio è stata riservata al quartiere Compagnoni, a riprova che il degrado urbano e sociale nasce dall’abbandono. La città dispone di 2640 alloggi ERP (edilizia residenziale pubblica), ma il PRG’99 prevedeva al suo completamento, con l’applicazione dell’indice aggiuntivo del 5% di produrre 1600 alloggi per l’ERS (edilizia residenziale sociale). In realtà ne sono stati realizzati solo 200. In base alle previsioni demografiche al 2025 si stimano in circa 4950 (pari al 30% delle nuove famiglie), le famiglie non in grado di accedere alla casa ai prezzi di mercato. Il nuovo PSC prevede circa 2.500 alloggi di edilizia sociale. In pratica la domanda verrebbe soddisfatta nella misura del 50%, a patto di realizzare pienamente le previsioni indicate, in passato realizzate in minima misura.

La definizione di famiglia disagiata, inoltre, non è più limitata a particolari fasce sociali. Il disagio abitativo è dovuto, infatti, alla carenza d’alloggi in affitto a canoni proporzionati al potere d’acquisto degli stipendi, a causa dell’innalzamento dei canoni dovuto alla rendita fondiaria. Ci sembra, quindi, che lo strumento del tanto strombazzato indice aggiuntivo sia sostanzialmente fallito e che in futuro il disagio abitativo aumenterà. Occorrono strumenti e politiche abitative nuovi, facendo della costruzione di case ad affitto sostenibile un criterio orientativo, sicuramente più consono a una società caratterizzata da una forte mobilità della popolazione e del lavoro. Bisogna pertanto procedere a un censimento delle abitazioni invendute e sfitte, all’adozione di agevolazioni fiscali per le case in affitto, a una tassazione fiscale aggiuntiva per le case sfitte per utilizzare meglio il patrimonio esistente. Infine occorre intervenire sulle tipologie edilizie per ridurre il consumo di suolo e per adeguare l’offerta d’abitazioni al mutare della struttura della popolazione in base all’età, al numero dei componenti delle famiglie e alla mobilità residenziale.

Rossana Benevelli

candidata al consiglio comunale di Gente di Reggio Emilia