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Commento al PUM

21 Settembre 2007

COMUNICATO STAMPA
Coordinamento Reggiano per una Mobilità Sostenibile

Il Piano Urbano della Mobilità doveva essere un processo democratico, tra istituzioni comunali, provinciali e cittadinanza, per formulare una strategia d’intervento condivisa tesa a rendere la mobilità di Reggio Emilia più efficiente, in modo da ridurre l’inquinamento e rendere la città più vivibile.
Sono stati spesi molti soldi ed energie per avere un quadro della situazione, i tempi si sono molto allungati, poi, dopo un vuoto inspiegabile e un cambio di Assessore, un’accelerazione improvvisa hanno prodotto una serie di annunci e biciclette disegnate sull’asfalto limitatamente al comune. Il PUM c’è ma non è ufficiale. Si sa dell’ampliamento della ZTL, che è sicuramente condivisibile, ma anche che saranno costruiti molti parcheggi (più di quelli di Parma ha promesso il Sindaco), situati proprio dove sono prati e cunei verdi, quegli spazi aperti che dovevano arieggiare la città. Naturalmente si continuerà a costruire nuove strade solo per rendere i percorsi in automobile più veloci e gli stessi tecnici, che hanno redatto il piano, hanno concluso che non ci sarà nessun risultato positivo sulla qualità dell’aria. Infine si consiglia ai cittadini di usare la bicicletta e le “nuove piste ciclabili”.
Rileviamo, tristemente, che si rinvia ai privati e ai loro buoni sentimenti, il problema della mobilità: potranno, infatti, scegliere nel loro garage tra auto e bicicletta. Restano i divieti per il giovedì anche se si sa che non servono ma funzionano da alibi per l’Amministrazione e la Regione. L’alibi è offerto anche ai cittadini, perché è stato pubblicamente spiegato che l’inquinamento è colpa della conformazione della pianura padana, mentre i dati allarmanti sono omessi. Così si assolvono gli elettori della città che ha il primato di possedere più auto pro-capite in Europa e un’inspiegabile quantità di ingombranti suv.
Si esaltano i Bici Bus che coinvolgono 380 bambini e 220 adulti, una soluzione che sicuramente aiuta contro l’inquinamento, ma dovrebbe essere solo un punto di partenza e non una costante, perché è triste pensare che per andare a scuola i bambini debbano essere inquadrati e scortati, quindi deresponsabilizzati rispetto al percorso, e non possano muoversi sicuri in autonomia, conquistando l’esperienza dello spazio cittadino.
Esisteva un piano delle piste ciclabili, che ha raggiunto la maggiore età in un cassetto, oggi si pensa di risolvere tutto con dei disegnini su e giù dai marciapiedi, tra i parcheggi e ai lati delle strade (sempre occupati dalle auto per le soste brevi).
Nel PUM il ruolo del trasporto pubblico è marginale, viene il dubbio che Santel proponesse l’uso della bicicletta, senza mai citare i mezzi pubblici, perché aveva capito che non poteva contare su un’azienda finanziata pubblicamente ma ormai privatizzata e organizzata a scatole cinesi, perennemente in conflitto con i lavoratori. I cambiamenti in carta patinata apportati alle linee hanno subito prodotto disservizi e suscitato proteste, rivelando così immediatamente la loro miseria: si è aggiunto da una parte togliendo il più possibile dall’altra.

Possiamo immaginare che manchino finanziamenti (si ha intenzione di chiederli per nuovi cantieri), ma temiamo che, più semplicemente, manchi la volontà politica di operare una svolta coraggiosa, di parlare sinceramente alla città, così le soluzioni sono rimandate ai posteri insieme ai problemi sempre più di tipo sanitario. Il Mu.Me, un coordinamento tra tante realtà anche provinciali, era nato proprio per condividere la responsabilità di trovare soluzioni. Nell’unico incontro avuto con Gandolfi aveva proposto di trasformare i giovedì in giornate sperimentali per lanciare proposte di mobilità alternativa e creativa insieme ai cittadini, per poi valutarle pubblicamente e sostenere i risultati positivi. Si è preferito continuare come sempre.
Questo frettoloso e misterioso PUM non sembra collegato ad alcuna pianificazione urbanistica o in generale ad altri piani sulla città, sorge il sospetto che risponda principalmente a una funzione di promozione pubblicitaria che, sempre più spesso, sostituisce l’azione politica.

portavoce Muoversi Meglio Rossana Benevelli