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Scritto per Arsave – Lab Noexpo

22 Ottobre 2015

Lab NoExpo per la città che vogliamo assemblea di comitati, associazioni e liberi cittadini che nel rivendicare il diritto all’abitare, alla città, ai servizi ha avviato da tempo un percorso formativo, immaginativo e progettuale, con la collaborazione di diversi saperi e sguardi sulla città.
Cogliamo l’occasione del dibattito apertosi all’annuncio di nuove strutture commerciali, dopo anni di silenzio, uno di questi da realizzarsi in uno dei cunei verdi che ancora lambiscono l’abitato urbano di via Benedetto Croce e in più là, ad Ospizio nell’area ex Rete, e più là ancora in viale Morandi, senza dimenticare quanto già si è concretizzato, per un ragionamento complessivo sulla città.
Tutti, dagli amministratori alle associazioni di categoria, conoscono da anni la dotazione commerciale programmata per il comune di Reggio Emilia, perché il PSC approvato nel 2011 riconfermando tutte le previsione del PRG ’99 prevedeva strutture di vendita più che doppie rispetto a quelle contenute nel piano operativo degli insediamenti commerciali (POIC) approvato l’anno prima dalla Provincia e contenuto nel PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale). Infatti il PTCP prevedeva la realizzazione di 3 grandi insediamenti commerciali: il Comune oltre alla realizzazione di un grande polo funzionale in zona TAV a valenza regionale (30-3500 mq di superficie di vendita) propose altre 3 grandi strutture commerciali da localizzarsi in via Luxemburg, al Parco Ottavi e nell’area ex-reggiane (in funzione dell’espansione edilizia prevista in quel quadrante e al momento nel silenzio).

In totale 56500 mq contro i 23500 previsti dalla Provincia.
Nel 2008 l’amministrazione denunciando il tema dell’evasione commerciale sosteneva che un reggiano su cinque emigrava in altre città per fare acquisti, giustificando così la “necessità” di prevedere nuove strutture di vendita a Sud per intercettare i flussi provenienti dal bacino pedecollinare e della montagna (Ipercoop Baragalla).
Ormai l’esperienza quotidiana dovrebbe averci insegnato che ogni polo attrattore porta in dote la sua quantità di parcheggi interrati-coperti-a raso, generando traffico, inquinamento, consumo di aree verdi, altro asfalto, altri cartelloni pubblicitari sparsi ovunque, altre insegne luminose, e diciamolo pure, la sua dose di bruttezza sensoriale.
E passa sempre sotto tono che spesso nell’intorno si edificheranno altri edifici residenziali o non residenziali; in via Inghilterra saranno edifici industriali e/o terziario, dietro al megastore di via Luxemburg 64 alloggi in case o casette, così pure ad Ospizio.

Allora diciamo a quanti si appellano:

  • ai diritti edificatori acquisiti, che questo è vero solo ad ottenimento di titolo abilitativo come dimostra la sentenza n° 2418/2009 del Consiglio di Stato;
  • alla sovranità del diritto edificatorio e contratti sottoscritti che ciò non impedisce di “governarli”; vedi l’attuale riconversione ad uso agricolo di terreni edificabili
  • all’ecosostenibilità degli edifici, che l’unica vera ecosostenibilità è costruire per rispondere ai bisogni degli abitanti preservando le aree verdi che già esistono rurali e non.

A quanti dichiarano la necessità di parcheggi scambiatori a meno di 2 Km dal centro (2° anello) e per di più in vicinanza di strutture ospedaliere (Villa Verde e S.Maria) ribadiamo quanto sostenuto da anni da esperti, comitati ed associazioni ambientaliste e non, che questi vanno posti nel perimetro esterno della città e serviti da un efficiente trasporto pubblico (TPL) a cui dedicare corsie preferenziali . Anche a Reggio Emilia, dal 2006 ad oggi, continuiamo a superare abbondantemente il limite dei 35 giorni di sforamenti consentiti dalla CE e per questo ogni Sindaco è perseguibile; e forse non tutti sanno che abbiamo circa 342000 automobili e 52000 motocicli a fronte di una popolazione di circa 535mila abitanti e 355 autobus.

Infine all’Amministrazione Pubblica locale salita agli onori della cronaca per …“una virata di 180° rispetto al processo di urbanizzazione che ha accompagnato la crescita delle città italiane nell’ultimo mezzo secolo”, e che ha ritenuto di non accogliere la nostra richiesta di soggetti avente titolo all’avviso di manifestazione d’interesse relative alla riclassificazione urbanistica di aree ricomprese in ambiti urbanizzabili del PSC vigente (deliberazione di Giunta Comunale n. 14 del 05/02/2015), chiediamo:

  • che sia reso pubblico l’elenco dei 134 ettari riconvertiti all’uso rurale
  • se la quota di ERS prevista nelle aree di espansione programmate a Fogliano e Pratofontana sarà realizzata e dove.

In una città che ai suoi margini ha perso ogni riconoscibilità e qualità urbana, in cui l’unico vero corridoio verde con funzioni ecologiche e di mitigazione del clima, il Crostolo, viene assediato da costruzioni e previsioni edilizie da Canali alla città, senza alcuna tutela delle aree di rispetto ai corsi d’acqua. La verità è che si continua a cementificare contro ogni logica ambientale e di programmazione economica.

Il Lab NoExpo per la Città che vogliamo invita tutti i cittadini a partecipare alla discussione pubblica su questi temi e a proporre idee e soluzioni, GIOVEDI’ 29 ottobre alle ore 20,30 c/o CASA BETTOLA in via Martiri della Bettola n° 6.