30 giugno 2016
Chi tace acconsente.
A convegni, conferenze, presentazioni pubbliche neanche si fa più lo sforzo di simularlo un dibattito, applausi e tutti a casa con tanto di crediti formativi. So di non essere voce autorevole e rappresentativa ma siccome non voglio morire di “inedia” in una città che ho vissuto con orgoglio e che non riconosco più, voglio gridare il mio dissenso e dissociarmi da tanta autoreferenzialità, da tanta mistificazione di termini e di linguaggio da rasentare la menzogna. Ne sono intrisi convegni indetti o non indetti dalla pubblica amministrazione ma ai quali sempre partecipa un rappresentante.
In queste occasioni mi tocca sentire un presidente regionale che parla con irriverenza e sarcasmo di “decrescita felice” tradendo la sua ignoranza semantica o peggio la sua malafede; oppure di rinascimento urbano neanche fossimo stati bombardati, quando invece siamo pervicacemente bombardati da termini come rigenerazione, riqualificazione urbana e oggi anche umana.
L’ambiente urbano sì è sempre voluto – dovuto adattare all’evoluzione-involuzione dei cambiamenti economici, politici, sociali; da sempre lo si riqualifica o lo si rigenera, ma oggi questi termini sono un autentico linciaggio linguistico da rasentare l’abuso.
E’ urgente e necessario chiedersene il perché e in nome e per conto di chi! Nulla è a caso.
E’ da tanto che le città non sono più amministrate/governate da politici capaci di “visione”, lungimiranza (non menziono gli ideali) ma da politici arresi alle logiche del consenso, del mercato, della finanza a cui hanno abdicato da tempo e i cui sindaci evitano persino di nominare assessorati all’urbanistica, rivelando con ciò un minimo di onestà.
Sì, perché ad oggi “pianificare” è ritenuto un inutile intralcio al connubio pubblico-privato (project financing), così come gli strumenti urbanistici sono ormai considerati “obsoleti”, tranne per i diritti edilizi acquisiti.
Tutti inneggiano alla semplificazione, alla necessità di alleggerire, velocizzare e per questo si presentano proposte di legge ad hoc.
Vedi la proposta di Legge di Riforma Urbanistica approvata alla Camera ed oggi al Senato, di cui nessuno scrive o parla (e di cui nessuno chiede) e a questo servono leggi come “Sblocca Italia”.
Non sono “robe” da tecnici o addetti ai lavori, lo dimostra il fatto che da sempre se ne occupano i portatori d’interesse quali, immobiliaristi, imprese di costruzioni, investitori di ogni genere…. mica occorre essere architetti, ingegneri, urbanisti. Ce ne dovremmo occupare tutti, imparando l’abc come facciamo per la dichiarazione dei redditi, per il calcolo della pensione, per la busta paga ecc.
Stiamo vivendo l’ultima “rivoluzione industriale “ che ha lasciato sul campo urbano edifici inutilizzati e il cui abbandono persistente intacca il “senso del decoro” generando “degrado” .
(come mai a migliaia di alloggi – milioni in Italia – non utilizzati nessuno ha mai associato il degrado? Manco quello morale?).
Abbiamo aree ed edifici industriali dismessi? Invece di approntare un attento censimento degli stessi valutandone la collocazione urbana e tenendo bene a mente nella testa le reali necessità della popolazione presente e futura (di bambini, giovani, studenti, madri – padri single, anziani, i senza dimora e a chi fin qui elencato deve aggiungere difficoltà e disabilità) l’unica pensata consiste nel riuso temporaneo rivolgendosi come di consueto all’associazionismo e al volontariato! Pare di andare a messa!
Può valere come una delle tante strategie ma non può e non deve essere l’unica, la prima e la sola.
Il quartiere Santa Croce che né l’intervento del Centro Commerciale Le Vele di dieci anni fa, né la ristrutturazione dell’ex Locatelli in cui l’A.C. ha investito ed investe milioni, ad oggi hanno riqualificato e lo dimostra che sia stato fatto oggetto di Bando; avrebbe di sicuro tratto giovamento (se non riqualificazione/rigenerazione) se fosse diventato l’intorno di una concentrazione di attività permanenti come ad esempio un polo scolastico. Proposta avanzata vent’anni fa da associazione ambientaliste e da liste civiche. Collocazione urbana peraltro perfetta data la vicinanza al polo scolastico Makallè, alla stazione ferroviaria, al C.I.M (centro di interscambio mobilità) e con il minimo intervento collegabile con il campus universitario San Lazzaro.
Una delle tante occasioni perdute, troppe ormai!
R. Benevelli
Pubblicato da: Gazzetta – Opinioni sabato 02 Luglio’16
Primapagina lunedi 04 luglio ’16